Liceo G. B. Vico – 7 dicembre 2021
INVERSI
Storie brevi di giovani artisti della parola
Perché realizzare uno spettacolo sulla poesia.
La parola. Restituire ai ragazzi la parola di cui sono rimasti orfani affinché possano appropriarsi del pensiero e dell’azione civile. Quale istituzione, quale partito, quale chiesa potrà liberare i ragazzi dalla tirannia dei video, degli emoticon, degli acronimi, dei dispositivi-protesi delle loro membra per renderli finalmente consapevoli dei sentimenti e del linguaggio dei loro corpi?
Lingua e corpo sono le nostre forme per stare al mondo e assumere un’identità sociale: ecco cosa possono contribuire a formare il teatro e la scuola.
Forse abbiamo osato troppo per questi giovanissimi studenti. Li abbiamo messi al pari di grandi poeti, gli abbiamo offerto uno spazio per scrivere e interpretare anche i loro versi.
I loro corpi si sono mossi più a fatica delle loro voci. Li abbiamo spinti, seppur mascherati, a stare in una comunità diversa dalle loro classi, dai loro amici, li abbiamo costretti a misurarsi con la difficoltà della poesia. Ma con la poesia hanno attraversato i mondi possibili, raccontato le loro vie di fuga, svelato le loro paure, messo in scena la violenza e la compassione. Perché proteggere i nostri figli significa innanzitutto non negargli il diritto alla conoscenza e all’esperienza. La scuola è una fabbrica, una trincea, un opificio, ma può essere una grande avventura creativa che tesse fila tra più generazioni.